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Politica

L’obbligo della mascherina nei centri sanitari delle Canarie e le varie posizioni sul Covid

L’obbligo della mascherina nei centri sanitari di Canarias diventa realtà a causa dell’alto numero di casi di Covid-19. Le diverse posizioni sul covid sono evidenti da tutte le notizie raccolte.

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L’obbligo dell’uso della mascherina nei centri sanitari del Governo di Canarias è diventato una realtà a causa dell’alto numero di casi di Covid-19 nel paese. Mentre le isole Canarie applicano queste misure, anche altre comunità autonomose stanno prendendo decisioni simili.

Alcune, come Valencia, stanno imponendo l’uso della mascherina non solo nei centri sanitari, ma anche in luoghi pubblici ad alto rischio. D’altra parte, Madrid e Baleares sembrano non essere disposte a reintrodurre l’obbligo della mascherina in nessun luogo.

La varietà di posizioni rispecchia il dibattito in corso sulla gestione della pandemia e sull’efficacia di alcune strategie preventive. La scelta di applicare o meno l’obbligo della mascherina sembra essere influenzata dal numero di casi e dalla pressione sui servizi sanitari.

Questa situazione crea ulteriori tensioni e polemiche all’interno delle diverse comunità, costrette a confrontarsi con l’attuale situazione epidemiologica. Tutte queste decisioni sono prese in base alle informazioni disponibili, ma è evidente che esistono posizioni contrastanti e strategie diverse nella gestione dell’emergenza sanitaria.

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Cronaca

Incendio forestale a Tenerife: impatto economico e ambientale

Un devastante incendio forestale durante l’estate scorsa ha causato danni economici per 177 milioni di euro, con una superficie di oltre 14.000 ettari interessata. Il turismo è stato colpito pesantemente con la cancellazione di migliaia di camere d’albergo e la perdita di migliaia di turisti.

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Durante l’estate scorsa, un grave incendio forestale ha colpito l’isola di Tenerife, nelle Canarie, causando un impatto devastante sull’ambiente e sull’economia dell’area. Secondo un rapporto pubblicato dal Governo delle Canarie, i danni economici ammontano a circa 177 milioni di euro. Il rogo ha interessato una superficie di oltre 14.000 ettari, con un totale di 12 municipi coinvolti. I danni maggiori si sono registrati nei municipi di La Orotava, Candelaria e Arafo. La superficie forestale interessata è stata di circa 5.100 ettari, con il 36% di essa completamente bruciata.

Il rapporto evidenzia che il 71,7% della superficie danneggiata era a destinazione rurale con protezione paesaggistica, il 25,5% con protezione naturale, l’1,8% con protezione di infrastrutture e attrezzature e l’1% con protezione agricola.

Le conseguenze sull’industria del turismo sono state rilevanti, con la cancellazione di circa 4.900 camere d’albergo e una perdita di circa 11.500 turisti. Si stima che la perdita economica conseguente al calo di arrivi turistici si attesti intorno ai 12,3 milioni di euro. Inoltre, si registra che circa il 2,2% dei turisti abitualmente attesi non ha visitato l’isola a causa dell’incendio.

Il settore agricolo è stato colpito a sua volta con danni per circa 14,1 milioni di euro, mentre i costi della restaurazione ambientale sono stimati intorno ai 39,7 milioni di euro. La riparazione delle infrastrutture pubbliche richiederà invece un investimento di 26,5 milioni di euro. Completano il quadro dei danni i costi stimati per le operazioni di estinzione, le perdite nell’industria ittica e l’impatto sull’ecosistema, con conseguenze impreviste e di difficile riparazione.

Il presidente delle Canarie, Fernando Clavijo, ha annunciato il piano di presentare il rapporto al Governo centrale per richiedere l’inclusione dell’isola nella dichiarazione di zona catastrofica. Ciò consentirebbe di accedere a finanziamenti statali che si aggiungerebbero a quelli già stanziati dal governo canario e dal Cabildo, per accelerare la rigenerazione delle zone colpite. Clavijo ha inoltre sottolineato l’importanza di un’azione coordinata per prevenire e affrontare incendi di tale portata, suggerendo la necessità di estendere la campagna antincendio all’intero anno, data l’aumento delle temperature causato dal cambiamento climatico.

Le autorità stanno adottando diverse misure per affrontare la situazione, tra cui l’assegnazione di fondi per programmi di impiego a sostegno delle comunità colpite e la promozione di iniziative per favorire la ripresa economica dei territori danneggiati dall’incendio. Inoltre, il dipartimento di Transizione Ecologica ed Energia sta lavorando a un nuovo piano forestale per le Canarie, al fine di elaborare strategie mirate alla conservazione e tutela dell’ambiente.

In definitiva, l’incendio ha avuto conseguenze disastrose sull’ambiente, sull’economia e sul tessuto sociale dell’isola di Tenerife. Gli sforzi per la riparazione dei danni e per la prevenzione di eventi simili in futuro richiederanno tempo, risorse e un impegno costante da parte delle istituzioni e della comunità locale.

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Politica

Il fututo della mobilità a Tenerife: carriles per guaguas, più treni e la “malinconia” dei treni

Carriles per guaguas e altri veicoli ad alta occupazione, ampliamento delle linee del tram e nuove strade. Il piano per la mobilità sostenibile di Tenerife offre numerose alternative per affrontare problemi di congestione e inquinamento. In arrivo sei linee ferroviarie diverse, sei progetti di tram, un funicolare, tre carriles bus vao, aree di trasporto a richiesta e parcheggi disuari tra i progetti da spingere nell’isola.

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Il Plan Insular de Movilidad Sostenible de Tenerife (PIMSIT) è un piano ambizioso che offre ben 17 alternative per affrontare i problemi di congestione e inquinamento legati al traffico sull’isola.

Il documento, attualmente in fase di consultazione, presenta varie opzioni che vanno dall’implementazione di nuove infrastrutture alla valorizzazione dei mezzi di trasporto pubblico già esistenti.

La proposta più apprezzata è quella che punta a creare tre carriles Bus-VAO, parcheggi disuasori, ampliamenti della rete tranviaria e a dare maggiore importanza alle linee di treni. In particolare, l’isola di Tenerife si è ritrovata in ritardo nella promozione di politiche a favore del trasporto pubblico e non motorizzato, un aspetto che sarà necessario affrontare per ridurre l’impatto ambientale e il traffico.

Il piano pone l’accento sull’importanza di promuovere il telelavoro e l’utilizzo di veicoli privati attraverso politiche fiscali mirate, oltre a prevedere una serie di infrastructure viarie e di mezzi di trasporto pubblico.

Le sei linee ferroviarie presentate, assieme ai sei progetti di tram, al funicolare, ai tre carriles bus vao, alle aree di trasporto a richiesta e ai parcheggi disuari mostrano la predisposizione di Tenerife a dare una soluzione concreta ai problemi di congestione e inquinamento del traffico.

Il tren del Sur è una delle iniziative più promettenti, mentre il tren del Norte è considerato una priorità minore. Sono stati avanzati anche altri progetti per la mobilità dell’isola, come il funicolare di Garachico.

L’applicazione delle politiche del piano richiederà un’ampia collaborazione tra diverse entità e un’attenzione particolare alle infrastrutture, alle politiche di mobilità e all’impatto sul territorio. Inoltre, il piano sottolinea la necessità di accompagnare queste proposte con politiche di mobilità, fomento del telelavoro e misure fiscali.

Il posizionamento di Tenerife sulla scena internazionale e le sue richieste di transizione verso un territorio a basse emissioni di carbonio entro il 2040 incentivano la promozione e l’attuazione di politiche di mobilità sostenibile.

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Cronaca

Padre e figlio condannati per minacce a poliziotti nazionali

La Corte Provinciale di Santa Cruz de Tenerife ha respinto l’annullamento della condanna inflitta a un poliziotto locale di Arona e a suo figlio per averli ritenuti autori di minacce minori, di cui sono stati vittime due agenti della Polizia Nazionale. La sentenza impone ora il pagamento rispettivamente di 730 e 130 euro da parte di ciascuno dei due condannati.

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La Corte Provinciale di Santa Cruz de Tenerife ha respinto l’annullamento della condanna inflitta a un poliziotto locale di Arona e a suo figlio per averli ritenuti autori di minacce minori, di cui sono stati vittime due agenti della Polizia Nazionale. La sentenza impone ora il pagamento rispettivamente di 730 e 130 euro da parte di ciascuno dei due condannati.

La Corte ritiene che un anno fa gli agenti della Polizia Nazionale si siano rivolti all’imputato, dopo aver notato il suo veicolo parcheggiato in modo illegale nell’Avenida Juan Carlos I di Los Cristianos, in un luogo vietato. Quando i poliziotti hanno avvertito il conducente che non poteva parcheggiare l’auto in quel luogo, l’imputato ha fatto loro un gesto di disprezzo con il braccio e è rimasto nello stesso posto.

Dopo aver nuovamente ignorato l’ordine, uno degli agenti è uscito dal veicolo e si è avvicinato all’imputato per informarlo che stava parcheggiato in un luogo vietato, a cui il conducente ha reagito nuovamente in modo irato e con disprezzo. In particolare, ha detto che poteva rimanere lì se rimaneva dentro l’auto, che era un poliziotto locale di Arona, che loro non avevano poteri per sanzionarlo e che si rifiutava di lasciare il luogo.

Dopo aver chiesto ripetutamente il documento di identità fino a sei volte, l’imputato ha rifiutato in tutte le occasioni, dicendo che loro non potevano farlo e che si sarebbe identificato solo ai suoi colleghi della Polizia Locale. Infine, ha accettato di mostrare il documento ma senza permettere agli agenti di toccarlo, quindi quando uno di loro ha allungato il braccio e l’ha preso, l’imputato è diventato arrabbiato e ha rimproverato l’agente chiedendogli di restituire il documento

Durante questo alterco, l’agente comunale ha urlato ripetutamente: ‘Ho già denunciato due tuoi colleghi, quindi stai attento a quello che fanno, se ne pentiranno, non devo dar loro il mio ID, lo farò solo con i miei colleghi e non parlerò più con te, lo farò solo con la tua compagna’. Secondo i querelanti l’imputato non ha mai smesso in nessun momento la sua ‘irrispettosa, provocatoria e minacciosa’ attitudine, finché non è stato infine arrestato e portato in commissariato.

La Corte ritiene che l’atteggiamento del figlio ‘costituisca chiaramente un reato minore di minacce’ e ricorda che le sue parole sono state pronunciate davanti a un testimone, come quest’ultimo ha raccontato durante l’udienza.

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